16 Lug Tribunale di Pescara – Sentenza 09.04.2025 n. 426/2025 – Giudice Dott.ssa Villani – RG n. 4613/2021
“La responsabilità di cui all’art. 2051 c.c. ha carattere oggettivo, e non presunto, essendo sufficiente, per la sua configurazione, la dimostrazione da parte dell’attore del nesso di causalità tra la cosa in custodia ed il danno, mentre sul custode grava l’onere della prova liberatoria del caso fortuito, senza alcuna rilevanza della diligenza o meno del custode. Dunque, ai fini dell’assolvimento dell’onere probatorio il danneggiato è tenuto a dimostrare unicamente il nesso di causalità tra il danno e la cosa in custodia e la signoria custodiale di fatto esercitata sulla cosa medesima dal soggetto additato come responsabile. Il custode per liberarsi da responsabilità dovrà provare il caso fortuito. Il fatto integrante il caso fortuito è un fatto diverso dal fatto della cosa, estraneo alla relazione custodiale, che assorbe l’efficienza causale dell’evento dannoso, escludendo che quest’ultimo possa reputarsi cagionato dalla res. Si tratta di un fatto, attinente all’elemento oggettivo dell’illecito, che si pone in relazione causale diretta ed immediata con l’evento di danno ed opera in guisa di causa sopravvenuta alla preesistente situazione della res, sovrapponendosi ad essa e degradandola a mera occasione di danno: per effetto del caso fortuito la res viene deprivata della sua efficienza di causalità materiale senza che ne sia cancellata l’efficienza causale sul piano strettamente naturalistico.”
“Ai fini dell’incapacità a testimoniare ex art. 246 c.p.c., è necessario che l’interesse del teste sia personale, concreto e attuale, tale da integrare una legittimazione sostanziale alla partecipazione al giudizio; resta, pertanto, esclusa l’incapacità in presenza di un mero interesse di fatto, anche ove ricorra una connessione oggettiva tra cause per identità di questioni [fattispecie nella quale la persona chiamata a testimoniare era parte di una autonoma controversia in merito a questioni analoghe a quelle oggetto del processo in cui è stata sentita].”